La storia

Facciata villa imperiale

Villa Imperiale è la più imponente della città definita artisticamente “La Bellezza”, commissionata dal Principe Vincenzo Imperiale e costruita secondo il progetto dei fratelli Domenico e Giacomo Ponzello tra il 1560 e 1563 (gli stessi architetti che realizzarono i palazzi di via Garibaldi), nel 1801 passò al conte Onofrio Scassi.

La facciata anteriore è decorata al piano terra con semicolonne di stile dorico e al piano nobile con lesene corinzie scanalate. L’enorme giardino era costituito da una successione di terrazze, di ampi parterres erbosi simmetrici alternati da peschiere e fontane, l’anfiteatro a due piani, una rigogliosa vegetazione a boschetto, due laghi artificiali ed un casino di caccia (ancora presente). La villa si inerpicava sino al Colle di Promontorio. 
Giovanni Vincenzo Imperiale (nipote di Vincenzo) fu il committente degli affreschi presenti nel palazzo e si avvalse del pittore Giovanni Carlone e di Bernardo Castello (1557-1629) amico di Torquato Tasso di cui illustrò la “Gerusalemme Liberata”.
Nell’atrio del palazzo è dipinto “Davide che lotta contro il leone” di Giovanni Carlone.
Nelle sale del piano terreno Bernardo Castello ed i suoi allievi dipinsero le Storie di Davide dalla Bibbia e in altre due sale “Flora” e la “Fama”. 

L’atrio, la loggia e lo scalone sono impreziositi dallo scultore Marcello Sparzo da Urbino con le opere: la Libertà e la Ragion di Stato che alludono a valori indispensabili per un buon cittadino della Repubblica e sullo scalone con due statue che rappresentano l’Imperiale in veste di guerriero e di doge. Nella loggia decorata nei quattro lati con gli stucchi di Marte e Giove a est, i guerrieri Eracle e Perseo a nord, Marte e Venere contornati da Diana e Venere con Amore a ovest ed infine Vulcano e Nettuno a sud.

 

Nella loggia del piano nobile Bernardo Castello affresca le storie della conquista di Siracusa da parte del Console Marcello, colui che porterà la bellezza delle opere greche a Roma.

La scelta di tale soggetto è celebrativo, probabilmente per ricordare che Giovanni Vincenzo Imperiale aveva portato a Genova “la Bellezza” acquisendo, durante i suoi numerosi viaggi, statue e quadri di immenso valore tra cui vi erano opere di Tiziano, Raffaello, Tintoretto, Giorgione, Giulio Romano ed altri. Alla sua morte gli eredi vendettero tutti i quadri (oltre 300) dell’immensa pinacoteca; uno dei maggiori acquirenti dei quadri fu la Regina Cristina di Svezia.

Giovanni Vincenzo Imperiale fu un poeta-mecenate, nel suo più grande componimento “Lo stato Rustico” il tema è un immaginario viaggio attraverso l’Italia per giungere in Grecia passando per la sua villa di San Pier d’Arena che venne descritta per un intero capitolo:

in palagio sì altero…

in pregio a nullo degli antichi oggi secondo,

anzi primo miracolo del mondo.”

Ospiti illustri

Nel 1713 Francesco Maria Imperiale, all’epoca doge della Repubblica di Genova, ospitò nella villa la Regina Cristina di Brunswick, moglie dell’imperatore del Sacro Romano impero Carlo VI d’Asburgo, di passaggio in città e diretta a Vienna.

Nel 1764 fu ospite il giovane Duca di York Edoardo Augusto di Hannover, fratello del Re Giorgio III d’Inghilterra.

Nel 1817 Onofrio Scassi ospitò nella villa sua maestà il Granduca Michail Pavlovič Romanov, fratello dello Zar Alessandro I di Russia

Particolare 1 della villa imperiale

Particolare della villa imperiale

Il documento è stato gentilmente redatto dal Dott. Benigno, Presidente dell'Associazione "La Strada Dell'Arte"